Tag

, , , , ,

E’ tutto uno scavare, un cantiere a cielo chiuso.

Quando ti vuoi capire, quando ti vuoi curare, quando ti vuoi salvare è tutto un fervore di pensieri, di manovre, di ricerche da fare dentro, da fare in solitudine, da fare senza badare al chiasso, che poi lo senti solo tu perchè sta sotto la superficie…

Ce la faccio da sola, come sempre, scendo fino all’abisso, fino al pozzo scuro e maleodorante che mi cova dentro e annaspo un po’ perchè ogni volta dimentico come si fa a risalire e mi ci vuole più di un attimo per ricordare; poi la nebbia si dirada, i miasmi mi lasciano tregua e prendendo un gran respiro: mi immergo ancora di più e trovo la spinta per risalire e andare oltre, tornando su verso la luce che profuma di buono, verso me che stavo sotto ma che da lassù stavo osservavo anche quel che facevo.

Sembra che io debba versare fiumi di lacrime ma nessuna si affaccia. Si asciugano, evaporano nei labirinti dell’anima. Anche le grida si sfaldano come unghie deboli e trascurate, anche i capelli si aggrovigliano come fili mal tessuti e sbiaditi.

Sono stanca, sono sempre molto stanca quando mi cerco ed il tempo per trovarmi è troppo dilatato rispetto a quel che avevo previsto, alla pianificazione del periodo di caduta e di risalita; riposerò dopo, quando avrò finito di ripulirmi, quando avrò lavato i miei pensieri sporchi di solitudine e li avrò stesi alla luce della consapevolezza di me.

innovare_elearning_7579319